Affrancamento IMU-TASI
Il proprietario
dell’immobile paga in anticipo un numero di annualità IMU-TASI e
affranca la casa dalle imposte sugli immobili per un periodo concordato.
Il Comune avrà il vantaggio dell’incasso immediato e di una riduzione
dei contenziosi. Mentre il proprietario troverà un accresciuto valore
di mercato dell’immobile, che potrà essere venduto forte di questo
affrancamento o ceduto ai figli sgravandoli dall’onere delle imposte
future.
Permute immobiliari
Si potrebbe
prevedere una riduzione delle tasse sulle permute immobiliari (es:
lasciare le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa eliminando
l’imposta di registro) al ricorrere di determinate condizioni. Visto il
numero esiguo di operazioni (ad oggi), non si avrebbe un grave ammanco
di gettito, mentre il minore onere fiscale potrebbe rivitalizzare i
trasferimenti di immobili, con ricadute positive per l’Erario in termini
di incasso IVA e imposte sui redditi.La misura potrebbe stimolare
attività economiche per 4,5 miliardi di euro, sbloccare immobili
invenduti e contribuire a riqualificare il patrimonio edilizio esistente
(le imprese sarebbero incentivate a ristrutturare gli immobili). Si
propone di estendere agli avvocati oltre che ai notai la possibilità di
stipulare gli atti, con la contestuale introduzione di un interpello
preventivo all’Agenzia delle Entrate per l’importo delle imposte da
corrispondere in caso di immobili di differente valore.
Detassazioni
Si
propone di mutuare una pratica diffusa negli Stati Uniti, dove 57
milioni di persone vivono in super-condomini o strutture che funzionano
come comunità autoregolate: attraverso un contratto condiviso da tutti,
si provvede direttamente a una serie di servizi (es.: pulizia delle
strade) in cambio di forme di detassazione su casa e servizi comunali.
In pratica, si propone di concedere sconti IMU a cittadini che si
organizzano in comitati occupandosi della manutenzione di strade o
piazze in applicazione di un principio di sussidiarietà.
Affitti e cedolare secca
Si
propone di estendere la cedolare secca agli immobili diversi dall’uso
abitativo, applicando aliquota agevolata (15%) sui contratti concordati
su base nazionale (non solo nei comuni ad alta densità abitativa) e
riducendo anche quella prevista per i contratti non concordati. Per i
redditi da locazione si propone anche una deduzione del 15% tornando
alle agevolazioni precedenti alla Riforma del Lavoro (legge 92/2012),
che ha ridotto la deduzione al 5% dal 2013. Sugli immobili affittati
Confedilizia chiede IMU al 4 per mille (oggi in media i Comuni applicano
il 9 per mille), mentre per le locazioni non abitative si propone di
introdurre una liberalizzazione dei contratti, per consentire anche una
durata più breve a fronte di prezzi più bassi. Oggi sono di 6+6 per
attività industriali, commerciali, artigianali e agenzie turistiche; 9+9
per pensioni, trattorie, case di cura, stabilimenti balneari, alberghi,
teatri.
Altre misure
Si chiede di
reintegrare l’abolizione IRPEF su case sfitte reintrodotta dalla Legge
di Stabilità per quelle nello stesso comune di residenza); esenzione IMU
su immobili invenduti già prevista per le imprese di costruzione dal dl
Dl 102/2013 (Decreto IMU), da estendere ad agenzie immobiliari e
persone fisiche.
Fonte: Confedilizia
soluzioni immobiliari