Parliamo di affitto e di Attestato di Prestazione
Energetica ape: oltre la metà (57,2%) dei contratti di affitto si riferiscono ad
immobili vecchi ed energeticamente inefficienti, collocati in classe G.
Rarissimi, invece, gli immobili classificati nelle categorie considerate
“verdi” (A+, A, B o C): solo il 10,5% dei contratti di affitto erano
accompagnati da un certificato recante una di queste classi energetiche.
In queste condizioni di mercato e davvero così necessaria la
certificazione? Dovremmo invece ammettere che il patrimonio immobiliare
italiano è per la maggior parte vecchio e costruito senza tenere minimamente
conto dei criteri di sostenibilità energetica ed ambientale. Per gli immobili
in affitto, spesso l’interesse a mantenere elevata la redditività
dell’investimento da parte del proprietario confligge con l’opportunità di
effettuare sull’immobile investimenti di manutenzione, ristrutturazione
ordinaria e straordinaria o riqualificazione energetica.
Non sarebbe più utile iniziare ad obbligare i proprietari
degli immobili in affitto a vincolare una quota per la riqualificazione degli
immobili? Il Governo potrebbe introdurre sgravi per i proprietari più sensibili
all’impatto ambientale. Dovrebbe svilupparsi un volano, che porti nell’arco di
5-10 anni, ad un progressivo “svecchiamento” del patrimonio immobiliare del
nostro paese, che punti ad una nuova economia decisamente “green”.
Successivamente, avrebbe senso una certificazione puntuale
delle prestazioni energetiche dei vari immobili, ma certificare oggi
l’inefficienza delle nostre abitazioni serve a poco, solo a fissare vincoli e
paletti burocratici, quanto mai sgraditi ai proprietari immobiliari.