Dopo le proteste dei sindaci sui tagli imposti dalla Legge di
Stabilità - secondo i calcoli IFEL le riduzioni sarebbero pari ad una
cifra compresa fra 3,5 e 3,7 miliardi - le cose hanno preso una piega
decisamente favorevole per i Comuni. In pratica, la ricetta di
semplificazione per il cittadino si tradurrebbe nel puntare
sull’efficacia e l’efficienza dei Comuni d’Italia che dovranno prendersi
oneri ed onori di questo passaggio storico per il contribuente
italiano, dice Matteo Renzi “Noi vi diamo degli obiettivi e voi fate
come vi pare, è evidente che poi ne risponderete di fronte ai
cittadini”.
Nei giorni scorsi la CGIA di Mestre aveva già proposto
i calcoli in base ai quali la Local Tax potrebbe portare nelle casse
dei comuni circa 31 miliardi di euro, così ripartiti:
IMU e TASI: 18,8 miliardi;
Tassa rifiuti (TARI): 7,3 miliardi;
Addizionale IRPEF: 4,3 miliardi;
Imposta di scopo: 14 milioni di euro;
Imposta di pubblicità: 426 milioni di euro;
Imposta di soggiorno: 105 milioni di euro;
Occupazione spazi e aree pubbliche (TOSAP): 218 milioni di euro.
La somma è pari a 31,2 miliardi, che rispetto all’attuale sistema di tassazione
avrebbe il vantaggio di essere incassata con un’unica imposta.
L’obiettivo dichiarato, però, non era certo aumentare le tasse locali
ma semplificare la vita ai cittadini, come auspicato dal segretario
della CGIA Giuseppe Bortolussi “L’eventuale semplificazione della
tassazione comunale renderebbe più facile pagare le tasse: una richiesta
che ormai tutti i cittadini invocano. Oltre a semplificare bisogna
anche ridurre, visto che per l’anno in corso la tassazione sulla casa ha
assunto dimensioni non più sostenibili”.
Ai Comuni verrebbe poi
lasciata anche la possibilità di introdurre ulteriori sgravi, basati
sull’ISEE, oltre a quelli che dovrebbero essere reintrodotti. In
sostanza oltre ad unificare l’imposta sugli immobili in una “local tax”
si potrebbe assistere al ritorno delle aliquote standard e detrazioni
fisse sulle abitazioni principali così come era stato inizialmente
previsto per l’IMU (200 euro più 50 per ciascun figlio convivente con
meno di 26 anni).
Il carattere innovativo di questo nuovo tributo è
proprio la semplificazione a favore del cittadino che vedrà recapitarsi
a casa una unica imposta già calcolata e comprensiva delle spese annue
per il proprio bene (non si vedranno più corse dal commercialista e in
posta da parte dei cittadini). Questo dovrà essere necessariamente il
primo passo, la certezza del tributo mentre, successivamente, sarà
doveroso da parte dell’esecutivo, procedere con un alleggerimento della
pressione fiscale sugli immobili (ricordiamo che in Italia ci sono più
immobili che cittadini).
Novità anche per chi ha una casa in
affitto: dal prossimo anno potrebbe essere cancellata la quota a carico
degli inquilini in caso di immobili ad uso abitativo. Quota che invece
resterebbe a carico di imprese ed esercenti, in caso di affitto dei
locali, integrando nella “local tax” tributi minori come quelli sulle
affissioni.
Per ora, visti i tempi stretti per la definizione
della nuova “local tax”, che il Governo vuole rendere operativa già dal
2015, rimarrà fuori dall’imposta unica sugli immobili la TARI, la tassa
sui rifiuti che prevede modalità di calcolo molto sono diverse non
prendendo in considerazione la rendita catastale dell’immobile.
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